Proseguono i grandi appuntamenti di “Roma InConTra-Ara Pacis”, il programma televisivo “più talk e meno show” di Enrico Cisnetto. La sedicesima puntata stagionale ha visto la consueta alternanza di argomenti ed ospiti prestigiosi.
Il primo a salire sul palco sull’Ara Pacis è stato Gian Carlo Caselli, magistrato, autore de “Vent’anni contro” (Laterza). Già Procuratore della Repubblica di Palermo e Torino, per 46 anni è stato in prima linea contro mafia e terrorismo. È un simbolo: della magistratura che “resiste” agli attacchi della criminalità organizzata, ma anche, forse suo malgrado, del potere giudiziario in perenne dialettica con gli altri poteri dello Stato. Partendo dal suo ultimo libro, abbiamo parlato delle anomalie della giustizia italiana, spaziando dal cosiddetto cortocircuito mediatico-giudiziario, alla violenza dei No Tav, dalla presunta trattativa Stato-mafia ad un possibile ritorno all’epoca delle stragi fino allo struggente ricordo di Falcone e Borsellino. “Dopo la loro morte – ha dichiarato Caselli – Falcone e Borsellino sono diventati veri e propri eroi, ma quelli della mia generazione non potranno mai dimenticare come, in vita, furono vilipesi, maltrattati e offesi anche dagli stessi che li hanno successivamente osannati”.
A seguire è stato il turno di Domenico De Masi, sociologo, saggista, autore de “Mappa Mundi” (Rizzoli). È uno dei più importanti sociologi italiani. I suoi studi sulla società post-industriale e sulla creatività – come sintesi di fantasia e concretezza – vengono apprezzati in tutto il mondo, ed in particolare in Brasile, ormai la sua seconda patria. Siamo partiti dal suo ultimo libro per parlare della crisi della nostra società, sempre più disorientata. “Viviamo in un tempo in cui non esistono modelli di vita – è intervenuto De Masi – i politici non hanno un retroterra culturale in grado di guidare le loro scelte con coraggio e visione. Ma le colpe principali – ha concluso De Masi – non sono dei politici bensì degli intellettuali. Quali sono i riferimenti culturali di Renzi? Topolino ? La Coca Cola?”
L’ultima parte della trasmissione è stata dedicata al Festival di Sanremo appena concluso. Quella del teatro Ariston è molto più di una semplice manifestazione canora che mobilita, pro e contro, il Paese. Cambia l’Italia, e il Festival con lei, amplificandone eccessi e contraddizioni. E quest’ultima edizione, dedicata alla “bellezza”, ma iniziata con la protesta di due disoccupati, ne è la dimostrazione più evidente. Ne abbiamo parlato con Dario Salvatori, giornalista, critico musicale, autore de “Il Salvatori 2014. Il dizionario della canzone” (Clichy) e Fausto Leali, cantante, autore de “Notti piene di stelle” (Rizzoli). “Sanremo quest’anno è stato molto deludente – ha dichiarato Salvatori – e con il passare degli anni si da sempre meno spazio alla musica, a favore dello show collaterale, che non è neanche sempre qualitativamente valido”. “Ho partecipato ben 13 volte al Festival – ha replicato Fausto Leali – e una volta noi cantanti eravamo i protagonisti assoluti. C’erano pochi ospiti stranieri e a catalizzare le attenzioni di pubblico e media era soltanto la gara”. Anche in questa puntata siamo riusciti a mantenere l’inconfondibile stile di InConTra basato sul “più talk meno show”. Per apprezzarlo con i vostri occhi vi invitiamo a consultare il nostro canale youtube. In tv, invece, appuntamento a martedì prossimo con altri prestigiosi ospiti. A presto.