Evento del:
08/04/2013 18:30
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Auditorium dell’Ara Pacis - via di Ripetta 190 - Roma
Data articolo:
08/04/2013
La fase di stallo politico-istituzionale non sembra avviarsi ad una conclusione. Ad oltre un mese dalle elezioni non si assiste inermi all’assenza di un governo, che con molta probabilità vedrà la luce solo dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. E intanto il Paese vive una fase tragica, straziato da una crisi che non sembra avere fine e con un disagio sociale che continua, tragicamente, a crescere. L’ultima puntata di “Roma InConTra – Ara Pacis”, è stata dedicata alla sofferenza degli italiani: senza lavoro, senza soldi e senza la speranza di un futuro migliore. A testimoniare la rabbia di gran parte della popolazione sono intervenuti, intervistati dal padrone di casa Enrico Cisnetto, il commerciante Roberto Corsi e l’impiegato Alberto Ballin. “Basta con il pizzo allo Stato – ha denunciato Corsi – non emetterò più nessuno scontrino fiscale. Ho messo il registratore di cassa fuori dal locale. La mia è una legittima difesa – ha proseguito il commerciante calabrese – devo decidere se togliere l’ennesimo biscotto ai miei figli o pagare il pizzo allo Stato”. “La sofferenza c’è ed è tanta – ha dichiarato Ballin – io sono costretto ad aver fiducia nel futuro, ma molti miei amici non ce l’hanno fatta e si sono suicidati”. Con gli interventi degli ospiti in studio sono state analizzate le cause che hanno portato il Paese al tracollo. Secondo Alessandro Profumo presidente Monte dei Paschi di Siena “uno dei grandi problemi dell’Italia è che abbiamo perso la cultura delle regole. Bisogna rispettare le regole e cambiare quelle stupide”. Sono favorevole alla patrimoniale – ha detto Luisa Todini, presidente Todini Costruzioni Generali – perché la ridistribuzione della ricchezza è essenziale per rimettere in moto l’economia. Questo tema deve essere affrontato parallelamente a quello dell’eccessiva pressione fiscale, la mia azienda – ha concluso la Todini – l’anno scorso ha pagato in Italia il 69,9% di tasse”. “Oltre a ridistribuire ricchezza bisogna crearla, invece stiamo assistendo al surreale dibattito sulla decrescita felice – è intervenuto Mario Sechi, giornalista, autore de “Tutte le volte che ce l’abbiamo fatta” (Mondadori) ¬– il Pil si fa con la grande industria e in Italia invece si fa di tutto per chiuderla (vedi il caso Ilva). Pensare che noi possiamo fare il PIL con il vino, l’agroalimentare ed il turismo è sbagliato – ha continuato l’ex direttore de “Il Tempo” – anche le ciminiere sono importanti”. Sul tema infrastrutture è intervenuto anche Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl: “è stato un errore fatale affidare i trasporti alle regioni. Il potere è mal distribuito per 20 anni di follie, come l’articolo V della Costituzione, che deve essere cancellato. Bisogna ricostruire l’assetto istituzionale del Paese – ha concluso Bonanni – i soldi vanno via in un apparato amministrativo ridondante che non ha precedenti”. Non poteva mancare però una domanda ad Alessandro Profumo sulla salute del nostro sistema bancario: “ Uno dei problemi che abbiamo in Italia è che le banche hanno finanziato troppo l’economia. Banche e banchieri sono i capi espiatori della società. Montepaschi non ha avuto problemi perché era eccessivamente esposto in finanza, – ha proseguito l’A.d. della banca senese – i buchi li ha fatti in altro modo e ha cercato di coprirli con la finanza. Servono regole chiare, supervisioni chiare e persone oneste”. E la politica? Come dovrà intervenire in questo scenario desolante? “Dopo Grillo nulla potrà essere come prima – ha proseguito Profumo – il giorno dopo le elezioni ero molto depresso, tuttavia il voto ha rappresentato una voglia di discontinuità assoluta. Io ho 56 anni e mi sento vecchio – ha concluso il banchiere – ed è bene che la classe dirigente di questo Paese inizi a capire che è vecchia, ed è bene che venga avanti qualcuno di nuovo e di diverso". In conclusione Paolo Crepet, psichiatra, autore de “Elogio dell’amicizia” (Einaudi), ha analizzato il concetto di sofferenza, tema della puntata: “la depressione si cura con gli psicofarmaci e la speranza. Di psicofarmaci ne abbiamo presi abbastanza (tasse, politica di rigore ecc.), ma la speranza? La visione? – ha concluso con amarezza Crepet – È quella che ci manca”. Ad Ara Pacis abbiamo provato a descrivere il sentimento prevalente in gran parte della popolazione, la sofferenza, con l’auspicio che le forze politiche riescano finalmente a creare un Governo stabile, che abbia la forza per attuare quelle riforme economiche e sociali non più rinviabili.