UN REFERENDUM CHE FA ACQUA
Le risorse idriche sono un bene pubblico, ma che va gestito secondo le regole di mercato se si vuole renderle efficienti. Invece, l’approccio ideologico del fronte referendario rischia di bloccare il tentativo di fermare gli sprechi
06/06/2011 17:30
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Auditorium dell'Ara Pacis, via di Ripetta 190
Ne discutono
Giovanni Alemanno, sindaco Roma Capitale
Roberto Bazzano, presidente Federutility
Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl
Alessandro Cecchi Paone, giornalista e conduttore televisivo
Sergio Chiamparino, già sindaco Torino
Raffaele Fitto, ministro Rapporti Regioni e Coesione Territoriale
Vito Gamberale, amministratore delegato Fondo F2i Sgr
Antonio Massarutto, docente Politica economica Università Udine e autore de “Privati dell’acqua?” (Il Mulino)
Alessandro Ortis, già presidente Autorità energia elettrica e gas
Marco Staderini, amministratore delegato Acea
Conduce
Enrico Cisnetto, “Roma InConTra”
Il recente dibattito sull’acqua, trainato dalla campagna dei comitati per il “sì”, si è avvitato su una serie di false verità. La più grave è stata di far pensare che in ballo ci sia la privatizzazione di un bene collettivo, piuttosto che la gestione di un settore che, per funzionare, deve muoversi in un regime concorrenziale di mercato. La decisione di costituire una specifica Authority fornisce un ulteriore motivo alla necessità di affrontare la questione non con l’emotività di una consultazione popolare, ma attraverso un intervento organico basato sul binomio pubblico-privato. A discuterne, sul palco di “Roma InConTra”, esperti ed esponenti di varia provenienza, tutti convinti che l’unico modo per centrare l’obiettivo di un bene pubblico sia quello di garantirne l’efficienza e di non pesare sui conti dello Stato.